Breve storia del Karate

Breve storia del Karate

Il karate è un'arte marziale di origine cinese che venne introdotta a Okinawa attraverso gli interscambi tra i due popoli, Cina e Giappone.
Il Kara-te (mano-vuota, vuota mano) si è sviluppato a Okinawa, l'isola più grande e importante dell'arcipelago Giapponese e, poi, in Giappone e cavallo tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo.
Il Maestro Sokon Matsumura (1809-1899), Maestro di spada e guardia del Re nella città di Shuri, fu il primo che intraprese una sistematica classificazione delle tecniche di provenienza cinese e okinawense, egli strutturò in base anche alle sue conoscenze in campo militare, l'arte segreta della Mano Vuota (karate).
Oggi, si contano più di cinquanta stili diversi di karate anche se i più diffusi sono lo Shotokan, Shitoryu, Gojuryu, Wadoryu, mente nel diciottesimo secolo le correnti stilistiche erano espressione dei relativi tre maggiori villaggi dell'isola di Okinawa: Shuri, Tomari e Naha: la scuola di Shuri-Te di Sokon Matsumura, la scuola di Tomari-Te di Chotoku Kiyan, la scuola Naha-Te di Kanryo Higaonna.
A quei tempi l'allenamento consisteva nella ripetizione senza fine di un ristretto numero di kata, la regola di Asato era "un kata in tre anni".
In quel periodo storico non c'era allenamento di gruppo, ma il maestro insegnava individualmente ed aveva pochissimi allievi; spesso tecniche e allenamenti erano mantenuti segreti.
Allievi di Higaonna furono: Miyagi Choyun (1888-1953), che poi fondò lo stile Goju-ryu, erede fedele dell'arte cinese. Il nome di questa scuola significa "forza-go- o cedevolezza-ju" e riprende il terzo precetto del Bubishi, il libro tradizionale del Naha-Te.
Mabuni Kenwa (1889-1952), allievo anche di Anko Itosu, che fondò lo stile Shito-ryu.
Il nome di questa scuola significa "la scuola nata dai due maestri Itosu e Higaonna".
Allievi di Matsumura furono. ANko Asato (1828-1906), Anko Itosu (1830-1915), entrambi insegnanti del fondatore dello stile shotokan M° Gichin Funakoshi (1868-1957).
Anko Itosu e i suoi allievi Kentsu Yabu (1866-1937),Chomo Hanashiro (1869-1945), Chotoku Kiyan (1870-1945), furono i primi ad introdurre il karate nei programmi di educazione fisica delle scuole elementari realizzeranno la grande svolta della storia del karate, che fino a quel momento era praticato segretamente.

Il termine "Shotokan"

Gichin Funakoshi era un letterato e amava comporre poesie con lo pseudonimo di Shoto (fruscio dei pini) in ricordo delle passeggiate tra le pinete sul monte Tora.
Sensei Funakoshi, a seguito della distruzione della seconda guerra mondiale, con l'aiuto dei sui allievi ricostruisce il suo dojo di karate, a cui daranno il nome Shotokan (la cas - kan - nel fruscio della pineta). Questo nome sarà in seguito utilizzato per designare la sua scuola e lo stile di karate che si diffonderà in tutto il mondo.

La storia del karate ci tramanda che il karate di Okinawa è sicuramente una sintesi di diversi sistemi di combattimento. Per oltre 400 anni gli abitanti di Okinawa ebbero le condizioni favorevoli per studiare e sviluppare diverse tradizioni di combattimento e, da ciascuna di esse, trassero le tecniche ed i concetti più efficaci per costruire un sistema estremamente efficiente di difesa personale, unico nel suo genere.

La posizione geografica di Okinawa fece della stessa il "luogo ideale" per lo sviluppo di un sistema di lotta particolarmente completo e diverso da tutti gli altri stili orientali. In quel particolare periodo storico gli Okinawensi, per motivi geopolitici e culturali, avevano l'esigenza di sviluppare uno stile di lotta a mani nude che prevedesse anche la difesa contro armi comuni, bastoni, tonfa, nunchaku e sai (questo fu anche uno dei motivi principali per cui in alcuni kata furono inseriti schemi di difesa e attacco contro armi come bo, tonfa, sai e yari), non dimentichiamo che molti dei kata praticati in quel periodo storico erano di origine cinese, nazione dove l'uso delle armi non era vietato come lo era invece ad Okinawa.
In tal senso anche gli okinawensi svilupparono i kata per codificare i propri sistemi di lotta a mani nude e contro armi, attraverso un metodo di trasmissione da "cuore a cuore" essi affinarono le loro capacità difensive/offensive fino a raggiungere una grande capacità difensiva con o senza armi.
Lo scopo principale della creazione dei kata era quello di codificare una metodologia tecnico/tattica di combattimento altamente efficace, per sostenere e trasmettere ai propri familiari tali metodi di lotta e fare in modo che, nel passaggio da generazione a generazione, questo "sistema" diventasse sempre più pratico ed efficiente.
Al termine del periodo Tokugawa (1603-1867), nel 1868 il Giappone passò dal feudalesimo alla fase di kindai jindai (età moderna), in tale periodo i Giapponesi dovettero pagare la contropartita di lasciare da parte molti degli aspetti che avevano caratterizzato la loro cultura nel periodo appena trascorso. Elementi quali la struttura a classi, il portare la katana e la caratteristica acconciatura dei capelli da samurai vennero tutte abrogate. Nonostante ciò le autorità giapponesi seguitarono a sostenere molti dei valori culturali del passato come il codice del bushido dove si promuoveva, in modo particolare attraverso la pratica delle diverse forme di budo, lo spirito di Yamato Damashi.
Tale spirito giapponese ebbe origine e si evolse nei primi secoli dell'esistenza del Giappone stesso ed era chiamato "spirito e anima del Giappone". 
Il carattere dei giapponesi veniva paragonato alla purezza e all'effimera bellezza dei fiori di ciliegio in quanto riflettono la luce del sole e cadono con estrema delicatezza.
Da tale virtù nacque anche la massima: "HANA WA SAKURA GI HITO WA BUSHI" tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.
I giapponesi colsero questa idea e cominciarono ad enfatizzare il modo in cui i fiori di ciliegio cadono rapidamente e collegarono questo aspetto valoriale alla virtù superiore degli abitanti, da Yamato, di sacrificare la propria vita per il loro Paese.
Il potere politico era convinto che la pratica delle arti marziali avrebbe promosso la salute fisica e mentale del proprio popolo, accresciuto il loro spirito nazionalistico e incoraggiato la moralità del popolo giapponese, anche in prospettiva di creare un futuro esercito forte e combattivo, preparato alle possibili e imminenti guerre tra i popoli.

Nei primi anni del 1900 Anko Itosu ottenne di promuovere il Karate nel programma di educazione fisica delle scuole elementari di Okinawa.
Anko Itosu era consapevole che il Karate, come veniva esercitato in quel tempo, fosse troppo difficile per essere insegnato ai bambini e, per evitare gravi incidenti, iniziò così a "nascondere" le tecniche più pericolose.
Come conseguenza di queste correzioni, ai bambini veniva insegnato il kata maggiormente con mani chiuse, molte tecniche originarie a mani aperte vennero trasformate in tecniche di parata e colpi di pugno e soprattutto non veniva mostrata loro la l'applicazione fino a quando il maestro non era più che sicuro delle loro capacità e intenzioni.
Come possiamo facilmente comprendere tali modifiche spostarono lo scopo del karate marziale verso il "karate salutistico educativo", a tal fine Itosu dovette modificare anche la terminologia originale per descrivere le diverse tecniche che con la nomenclatura originale poco si confacevano all'ambiente scolastico, pertanto termini come "perforare la gabbia toracica" vennero cambiati con semplicemente "nukite", a "spezzare il braccio" con "otoshi uke", etc.

In conclusione, il karate è un'arte marziale e non una "raccolta di tecniche", il karate non è un surrogato di una Arte Marziale me è per antonomasia "l'Arte Marziale", l'oscuramento dei kata ch'è avvenuto nel corso dei secoli, come sopra esposto e la conseguente trasformazione in "sport di massa" ne ha decentrato e spostato il baricentro e l'obbiettivo del suo valore assoluto, spostando il suo asse da Arte a sport di combattimento.